Corre accanto al fiume Reno fino alla sua foce a Rotterdam. L’Asse Franco – tedesco riaccende i motori e abbandona i trattati UE per la sostanza. La potenza militare – statalista insieme a quella economica – globale segnano il passo della fase 2 dell’organizzazione sovranazionale.
E’ un cambio di rotta, non è una rivoluzione, ma potrebbe portare a destinazioni sconosciute. Il Multiannual Financial Network (2021 – 2027) rimane l’essenza dell’intervento comunitario con il cuore basato questa volta sul Recovery Fund: uno strumento che raccoglierà 750 miliardi, il 5% del PIL globale UE di cui una parte di debito comune.
La locomotiva viaggia sulla linea del Reno fino al suo sbocco a Rotterdam. Francia e Germania sferragliano sul ferro di due binari paralleli. In contrasto con i cosiddetti paesi frugali come l’Olanda: la terra della foce del Reno, estrema sintesi del cuore del corso d’acqua rappresentato dai due giganti di Parigi e Berlino.
Quest’ultimi potrebbero oltrepassare il limite paventando un’unione fiscale. Se il nuovo strumento, Recovery Fund, non fosse temporaneo si aprirebbero nuovi mondi sconosciuti e la possibilità di omogeneizzare ancor più le economie del Vecchio continente partendo dal livello di imposizione fiscale che probabilmente sarà basato su quello tedesco.
Uno scenario a dir poco sorprendente che costituirà qualcosa di simile al Deutscher Zollverein: l’unione doganale tedesca che portò all’unione politica tedesca.
La storia si ripete e forse le fanfare di vittoria dei cosiddetti paesi maggiormente indebitati come Italia e Spagna saranno solo delle stridule melodie al servizio di inni nazionali ben più grandi.