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Geopolitica Europea

Populista? No, Moderno

Guardare al fenomeno populista come un’ideologia politica alla stregua del comunismo, liberismo, socialismo e anarchismo? Alcuni studiosi ci provano da diverse angolature. Vediamo quali.

Nel recente saggio ”Le siécle du Populisme”, Pierre Rosanvallon si stupisce del fatto che, al contrario di altre ideologie moderne, come il liberismo, il socialismo, il comunismo o l’anarchismo, il populismo non sia supportato da nessun’opera di rilievo.

Eppure, secondo lui, si tratterebbe di una proposta politica dotata di una coerenza e di una forza positiva che non è stata né formalizzata né sviluppata. Nel suo libro, Rosanvallon si propone di definire la dottrina populista e farne la critica.

Analizza il fenomeno del “popolo puro” contro una “élite corrotta”, il concepimento della politica come l’espressione immediata della “volontà generale” del popolo.

Riconduce l’esegesi di alcuni saggi al solito punto per creare un’omogeneità di fondo tale da creare un’ideologia.

Un estremo tentativo molto criticato da Chantal Mouffe, autrice di “Per un populismo di sinistra” che rivendica la diversità del fenomeno.

Alcuni esprimono le proprie rivendicazioni sotto forma di un populismo “di destra”, di tipo “immunitario” e “xenofobo”, che vorrebbe limitare la democrazia ai connazionali; altri sotto forma di un populismo “di sinistra” che punta a estendere e rafforzare la democrazia, una rottura con l’ordine neoliberista e il capitalismo finanziario, in quanto incompatibili con la demos kratos: un nuovo ordine basato sul Green New Deal.

Leggendo questi frammenti di discussione molto lunghi dove intervengono altri saggi sull’argomento come “La ragione populista” di Ernesto Laclau o “Populism a very short introduction” di Mudde e Kalwasser, sembra di intravedere la “Terza via” idealizzata dai socialdemocratici degli anni Ottanta: un tanto al chilo di un pò di tutto.

Giddens nel Regno Unito e Beck in Germania elaborarono la trasversalità della politica a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta in nome di una “seconda modernità” contro il modello antagonistico della politica ormai obsoleto dopo il crollo del Muro.

Secondo Giddens bisognava puntare sulla “politica della vita” piuttosto che sulla “politica dell’emancipazione”. Era un personaggio cool, Giddens e le sue teorie sono state seguite e guarda dove ci troviamo ora.

Visto i populisti che stanno seguendo tutti, fra trent’anni parleremo della “Terza modernità” della “Quarta via” che ci propongono: in un mondo praticamente deserto.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.