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Che Tempi per essere Olaf!

Si è seduto sul fiume, in attesa e forse diventerà il nuovo Cancelliere della Germania. Guai in vista!

Un’ascesa inarrestabile quella dei Socialdemocratici tedeschi (SPD). Saranno loro i favoriti il 26 settembre.

I sondaggi sorreggono Olaf Scholz il candidato della SPD in alto, intorno al 33%. Ad agosto il sorpasso sui Cristiano democratici della CDU e sui suoi alleati bavaresi della CSU. La prima volta dopo 16 anni. Era il 2005.

Scholz è un veterano delle stanze governative. In questo esecutivo che giungerà alle elezioni è ministro delle Finanze di Angela Merkel e per molti serve affidabilità. E’ stato anche sindaco di Amburgo e tra l’elettorato della CDU cresce il malcontento per la scelta del dopo Era Merkel su Armin Laschet, governatore del North Reno – Westfalia. Quest’ultimo ha perso un quarto del suo elettorato in sei settimane.

L’alluvione nella regione, le sue gaffe e la storia del partito che dopo 16 anni al potere non sa più forse cosa raccontare sono le cause del declino. I voti lasciati sul terreno vanno verso Scholz che sorride e ammicca. Diventa così più attraente dell’uragano Annalena Baerbock, la candidata dei Verdi, con la cui condivide molte politiche green di notevole aspetto rivoluzionario.

Olaf, il nome è tutto un programma.
Economia prima di tutto

E’ il ministro delle Finanze che ha approvato il pacchetto aiuti del Recovery Plan. Ha aiutato l’economia tedesca con cospicue iniezioni durante la pandemia arrivando a 130 miliardi di euro. Le misure hanno contenuto la disoccupazione, evitato la recessione e lenito l’impatto dei lockdown sull’economia.

Si è seduto sul fiume. Taciturno, ha parlato poco. Aspettava la curva che dirompente alimentava il suo consenso mentre virava verso il basso per i suoi contendenti.

Difficile vederlo nello stile Merkel, mano nella mano con Putin o buttare nella spazzatura accordi europei durante la notte. Scholz ha pochi record in politica estera da sbandierare e questo è forse l’aspetto meno egemone del suo “essere tedesco.”

Gli europei spendaccioni dovranno temere l’avvento di Olaf. Il “freno del debito” è un faro della sua campagna che dovrà illuminare il percorso europeo del post pandemia. Il 2023 dovrà segnare il ritorno del controllo sui conti pubblici. Altro che debito comune!

Chi da sinistra guardava Scholz in realtà strizzava l’occhio alla penisola dello Jutland che guarda alla Scandinavia da Amburgo. Non certo alle isole greche dell’Egeo e men che meno al Colosseo.

 

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.