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Geopolitica Asia. Storia di AUKUS: il Terremoto Politico sommerso

Australia, Regno Unito e Stati Uniti (AUKUS) tramano contro un nemico comune: in solitaria e senza l’Europa tra i piedi. Scopriamo come e perché.

Aukus non è solo un acronimo. E’ la quintessenza della Geopolitica in Asia. Australia, Regno Unito e Stati Uniti (AUKUS) tessono un arazzo composto da carcasse nazionali pronte  a immolarsi contro il mostro alieno.
Sono acronimi di un mondo fatto di bizzarre partnership strategiche rotanti che pongono al centro: sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e diplomazia tecnologica.
“Qui non si vendono libri, ma si vendono armi.” mi disse un tassista di Napoli allorchè gli svelai il segreto del mio viaggio nella città partenope.
Citazione tratta da un realismo goliardico e “strafottente” come quello dei protagonisti di questa storia: un epilogo del Trumpismo senza Trump.
AUKUS è un terremoto politico sommerso. La  Francia ha richiamato l’ambasciatore da Washington e Camberra per consultazioni dopo un loro “scherzetto”. Entrambi sono poi tornati al proprio posto dopo una telefonata chiarificatrice tra i leader accigliati.
Le decine di miliardi di dollari diretti a Parigi hanno però continuato a virare verso Washington e Londra.

L’Australia aveva commissionato alla società francese Naval Group nel 2016 con la presidenza Hollande la costruzione di sottomarini ad alimentazione ibrida (carburante fossile e elettrico).

Si trattava per 56 miliardi di dollari con anno di consegna 2030. L’affare avrebbe creato migliaia di posti di lavoro e prodotto notevole consenso oltre che influenza geopolitica.

Allez les Bleues! Varo di un sottomarino francese alla presenza del presidente Macron.

I sottomarini francesi, alimentati a diesel, rispecchiavano anche il sentore dell’opinione pubblica australiana da sempre contro l’energia nucleare.

il richiamo del pacifico

Il cambiamento dei piani è avvenuto in un contesto di sovraesposizione strategica. Non più sottomarini francesi, ma statunitensi e britannici.

La battaglia che si sta combattendo nell’Oceano Pacifico passa attraverso la creazione di gruppi con interessi comuni.

Nel commercio e nell’economia gli assi vengono tracciati dall’ASEAN, il CPTTP e l’USMCA che hanno una cosa in comune: escludere la Cina.

I gruppi che sovraintendono la sicurezza del Pacifico invece sono i Five Eyes (Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada e Grn Bretagna), AUKUS (Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti) e QUAD (Australia, Stati Uniti, India e Giappone). Anch’essi dipanano la loro potenza attraverso lunghezze siderali da un capo all’altro dell’Oceano e congiungono popolazioni immense.

Hanno anch’essi un preciso scopo: controllare e contenere la Cina.

LA NUOVA GEOPOLITICA DELL’ASIA
La Francia, dopo la notizia del contratto di acquisto per 8 sottomarini nucleari fatto dall’Australia con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, il 17 settembre scorso ritira il suo ambasciatore da Washington e Camberra.
Una situazione senza precedenti. La posta in gioco è alta. Si tratta di uno schiaffo in faccia alla potenza nucleare e militare dell’Unione Europea. Ma è anche una pernacchia in piena regola a Bruxelles dopo la Brexit.
La Francia non è l’ultima arrivata nel Pacifico. Ha circa 2 milioni di cittadini nei suoi territori d’outremer con circa 7.000 truppe stanziate nella macroregione indo – pacifica.
La commessa che sarebbe dovuto finire nelle casse francesi è invece stata dirottata verso quelle statunitensi: un chiaro segnale. Si tratta di contratti altamente classificati di cui si conosce poco o nulla.
Il nuovo contratto prevede sottomarini a propulsione nucleare da consegnare tra 20 anni.
I sottomarini americani sono talmente solidi che possono andare a sbattere anche contro una montagna. Parola di National Interest a cui appartiene la foto.
In Australia sono presenti 7 basi militari statunitensi, con altissima rotazione di truppe e sulla base dell’accordo saranno fatte nuove aperture con forze aeree annesse.
Perchè tutto questo allarme per 8 sottomarini?

I mostri degli abissi sono armi sensazionali. La Naval Group, il primo (di questa storia) committente francese avrebbe prodotto dei sottomarini misti: diesel e elettrici. Silenziosissimi sotto costa, ma peccano di lungo raggio. Devono, infatti, rientrare alla base navale dopo due settimane per i rifornimenti.

I sottomarini nucleari che probabilmente avranno la corazzata degli americani Virgin e la tecnologia interna britannica (gli Stati Uniti difficilmente svelano i propri cyber segreti) sono più rumorosi sotto costa. Non hanno le caratteristiche della classica pattuglia in acque poco profonde.

Sono però dei veri e propri mostri marini capaci di viaggiare e appostarsi dovunque fino a che l’equipaggio può essere nutrito. Il sottomarino nucleare rientra alla base navale per fare i “rifornimenti” per l’equipaggio. Si ferma, insomma, solo per i viveri.

Tutto questo sottintende un diverso approccio geopolitico. Sono armi che cambiano il modo di vedere il proprio ruolo all’interno dell’area Indo – pacifica. Possono stazionare per mesi nei principali choke points marittimi (passaggi marittimi strategici e stretti che collegano tra loro due aree più grandi) tra le Filippine, l’Indonesia, Malesia, Tailandia etc.

Un tentativo esplicito di creare non pochi grattacapi ai vari attori vogliosi di diventare egemoni (riferimento puramente casuale).

Altro che Ventimila leghe sotto i mari

Una posta in palio è quella descritta da Bill Hayton, autore del libro “The South China Sea: The Struggle for Power in Asia”.

L’analista argomenta che lo scopo della Cina è di stabilire un mondo sino – centrico in cui gli stati clienti o satelliti in una sfera di influenza in espansione diventano conformi allo status quo di Pechino.

Tutto questo è per evitarlo!

Si vendono armi, ma anche libri.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.