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Geopolitica Europea

Connessione 5G, quali sono gli effetti della nuova Droga?

Cos’è questa corsa, che esaltano i nostri governanti? E’ una corsa in avanti. Sono pressati. Non c’è tempo per discutere, perchè in questa corsa è ovvio: la democrazia fa perdere tempo. E il tempo è denaro.

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Avete mai immaginato la vostra casa con il 5G? Contiamo oggi in media 6.000 oggetti  nella casa, di cui solo tre – telefono, il computer e la televisione sono connessi.

Ne restano 5997:

“le scarpe con l’allacciatura, un reggiseno con allacciatura automatica, la forchetta anti – ingozzamento (con uno slow – control, che “vibra discretamente se ingoiate troppo velocemente), la bottiglia che vi ricorda di bere, l’anello fallico che misura le vostre prestazioni sessuali. “

E non è che l’inizio: domani, la “casa intelligente” dovrà diventare la regola. Così la immagina la società francese di robotica Violet.

“Nella città intelligente invece le telecamere di sorveglianza rappresenteranno nei prossimi 3 anni il 70% degli oggetti connessi in 5G.”

Questa invece è la visione dello studio britannico Gartner specializzato in nuove tecnologie. Ma qual è il senso di questa corsa? La felicità, il Bene Comune?

“Noi viviamo in un recinto digitale mondiale” così classifica l’Era in cui viviamo l’ex ministro dell’Interno francese Christophe Castaner. Rincara la dose Jeremy Rifkin che calcola che entro il 2030 ci saranno cento mila miliardi di sensori che connetteranno l’ambiente umano e naturale per formare un ambiente mondiale intelligente.

Ma tutto ciò fa sognare i popoli?

In Francia, i bambini già passano, in media, quattro ore e undici minuti al giorno davanti a degli schermi, al prezzo di un assottigliamento prematuro della corteccia, di ritardi nel linguaggio, di disturbi nel sonno, stress tossico, episodi depressivi durante l’adolescenza.

Secondo le Monde Diplomatique, i campioni della Silicon Valley si comportano come degli spacciatori di cocaina: si vende, rende, ma lontano da casa mia. Bill Gates, il creatore di Microsoft, dichiara al The Mirror, tabloid britannico, che lui e sua moglie non hanno “dato portatili ai figli prima dei 14 anni”.

Un ex dirigente di Facebook, Chamath Paliahpitya, vieta ai propri figli “di toccare quella merda”  (The Verge, 1 dicembre 2017).

Con il telelavoro, la scuola digitale, l’università a distanza e, al contrario, le misure igienico sanitarie, il distanziamento sociale, il restate a casa (e davanti ai vostri schermi), il COVID funge da acceleratore. i leader tutti ordinano che l’Europa deve accelerare sul 5G, la crisi offre l’opportunità di una trasformazione ancora più spinta.

Arnaud fa il carrellista in una magazzino Auchan e l’8 ottobre scorso ha bloccato l’ingresso del centro logistico di Amiens, in Francia:

“con gli algoritmi, l’intelligenza artificiale, i segnalatori a bordo dei camion, riescono a grattare su tutti i tempi morti. Non si respira più. E ora qui stanno tagliando cinquantaquattro posti di lavoro. Ma la mia busta paga è ancora ferma a 1.207 euro, con ventuno anni di servizio.”

Questa è stata la causa.

più non significa meglio

“Durante i gloriosi anni Trenta della Francia” che vanno dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni Settanta, spiega il filosofo Dominique Bourg, “i progressi tecnici hanno prodotto un miglioramento del benessere, e per tutti quanti: l’acqua corrente, l’elettricità, la lavatrice, il bagno, il gabinetto nell’appartamento, il frigorifero…ma una volta che hai frigorifero te ne serve un secondo e ti serve che sia collegato al tuo telefono?”

Il 5G arriva in un momento di esaurimento del progresso: più non significa meglio.

Tutti i governi sono pronti a istallarla senza una valutazione sull’impatto sul clima e gli effetti sulla salute.

Questa tecnologia, che promette di sconvolgere la società, l’occupazione, l’istruzione, i trasporti e persino la nostra privacy, non sarà oggetto di alcuna delibera, di alcuna consultazione.

Cos’è questa corsa, allora che esaltano i nostri governanti? E’ una corsa in avanti. Sono pressati. Non c’è tempo per discutere. perchè in questa corsa è ovvio: la democrazia fa perdere tempo. E il tempo è denaro.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.