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Nazioni Disunite

Una nuova forma di colonialismo che proviene dalla legittimazione internazionale di un organo costruito e guidato dai vincitori della Seconda guerra mondiale foriero di sani principi. Chi può dire di NO all’ONU?

“Utopia e Realtà” è un libro finito di stampare il 3 settembre del 1939; due giorni dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale.
 
Il suo sottotitolo è “Introduzione allo studio della politica internazionale”. L’autore, Edward H. Carr, nelle 400 pagine del saggio tocca numerosi argomenti tra cui il ruolo della Società delle Nazioni (SdN) di cui traccia il fallimento avvenuto 48 ore prima dell’uscita del libro allorché Hitler invade la Polonia “smezzandola” con Stalin.
 
Oggi abbiamo le Nazioni Unite. Un organo che l’anno prossimo compirà 75 anni; un surrogato della SdN con una “più alta speranza di vita”.
la responsability to protect
Il “presunto” successo più grande sono le missioni di peacekeeping, i cosiddetti Caschi Blu. Oggi sono circa 100mila, operano in 13 missioni e vengono da 120 paesi.
 
Il loro raggio d’azione è compreso tra il Libano e Cipro dove devono monitorare un cessate il fuoco, a situazioni più complesse come la Repubblica Centrafricana, il
Congo o il Mali.
 
Le Nazioni Unite rivendicano di proteggere 125 milioni di persone vulnerabili con un budget uguale alla polizia di New York City.
 
La prima missione delle “Forze di mantenimento della pace” (peacekeeping) è stata inventata per arginare il “macello” del canale di Suez del 1956.
 
L’allarme lanciato da Guterres, segretario generale delle Nazioni unite è un presentimento : ”ormai le missioni di peacekeeping operano in un contesto dove non esiste nessuna pace.”
L’ex primo ministro portoghese Antònio Guterres e ora segretario generale dell’ONU. Ha evidenziato tre fasi storiche delle Nazioni Unite: la Guerra Fredda dove tutto era bloccato; la Responsabilità di proteggere i civili degli anni Novanta e il Caos odierno del mondo multipolare.(Photo by Drew Angerer/Getty Images)
 
 
Questa è la Realtà e non l’Utopia, aggiungo che in alcuni casi rappresentano una forma di nuovo colonialismo come racconto nel mio libro FRONTIERE SENZA NAZIONI nella conversazione sul Sahel con Laji, studente maliano che ci illumina sulle conseguenze del Mantenimento della Pace ad ogni costo senza revisionare le frontiere il vero elemento di conflitto.
 
Museum Victoria via unsplash

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.