Categorie
Geopolitica Europea

Le Sardine e “Che Fare” di Vladimiro Lenin

Seguo con un certo interesse il movimento delle sardine che nasce da una logica di spontaneità contro un nemico giurato rappresentato principalmente da Salvini e dalla Lega e dal loro modo di infondere paure e odio in maniera reazionaria.

Leggendo il “Che fare” di Vladimiro Lenin inciampo nella lettura di una sezione dal titolo “L’inizio dell’ascesa del movimento spontaneo”. Il rivoluzionario russo ripercorre gli scioperi spontanei che imperversarono nel regno zarista nel 1895. Un tempo molto lontano dal nostro, ma per alcuni tratti attuale. Lenin apostrofa le manifestazioni come:

“un movimento rivoluzionario contro l’autocrazia e volto a spingere tutti gli oppressi, vittime della politica di oscurantismo reazionario, a sostenere la socialdemocrazia.”

Raboceie dielo un giornale che circolava in Russia all’indomani delle manifestazioni di quel dicembre riassumeva i punti centrali sopra citati e fu bandito nell’immediato. Le istanze non furono prese in carico da una classe dirigente pronta solamente a ricevere le piccole rivendicazioni senza una benchè minima “esperienza rivoluzionaria e di preparazione pratica. “

Una coscienza di lotta organizzata iniziò comunque a diffondersi nei circoli operai che sorsero nell’immenso territorio del regno incappando in alcuni errori che a dire di Lenin furono “un mezzo male” che diventò “un male effettivo quando questa coscienza comincia a oscurarsi”

Quando c’è della gente – e persino giornali socialdemocratici – che è pronta a presentare le deficienze come virtù e persino a tentar di giustificare teoricamente la propria sottomissione servile alla spontaneità.

Il bilancio di questa tendenza fu definito in maniera inesatta secondo il politico russo con il termine di “economismo”.

Provate a pensare a quel 1895 e alle Sardine contornate dalla parte politica che potrebbe rappresentarle.

Non vi svelo il finale così da farvi venire voglia di comprare un libro che fra qualche anno sparirà dalla circolazione per diventare come uno di quei libri eretici medievali citati a più riprese ne “Il nome della rosa” e di cui il Pianeta ha perso le tracce.

Che fare?

Problemi scottanti del nostro movimento

Vladimiro Lenin 

Immagine da: ilmessaggero.it

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.