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Geopolitica Europea

L’Abominevole Uomo del Gas

L’Abominevole Uomo del Gas è una creatura eternamente europea. Nel nostro continente non ci sono giacimenti di gas in grado di soddisfare la domanda interna e di sostenere l’efficienza energetica pertanto è necessario negoziare con questa bestia contemporanea.

L’Abominevole Uomo del Gas è una creatura eternamente europea. Nel nostro continente non ci sono giacimenti di gas in grado di soddisfare la domanda interna e di sostenere l’efficienza energetica pertanto è necessario negoziare con questa bestia contemporanea.

Ancora più misera è la situazione italiana. La penisola da sempre è soggetta all’importazione di materie prime. Lenin, il leader bolscevico, sosteneva che l’Italia la rivoluzione non la può fare, perché non aveva carbone.

L’importanza della diplomazia è tutta racchiusa in quel legame indissolubile che la Vecchia Europa ha con la Russia; il gas Putiniano rappresenta il 30% del fabbisogno energetico europeo; tutti i gasdotti (scarsi) attuali passano dalla Ucraina ad eccezione del North Stream da poco inaugurato che attraversa i baltico per finire in terra teutonica.

Agli inizi degli anni Duemila, con l’intensificarsi delle crisi tra i satelliti ex sovietici vennero decisi numerosi progetti per aggirare il rischio Ucraina e per differenziare l’approvvigionamento ricercando nei paesi del Caucaso e nel Kazakistan.

Per anni l’idea che l’Europa potesse ottenere gas direttamente dal Caucaso era considerata surreale e bizzarra. Ora non più. Dalla celebre opera Nabucco di Giuseppe Verdi prende il nome il gasdotto che sostenuto dall’Unione Europea con i 5 miliardi di euro della Banca Mondiale, della Banca Europea degli Investimenti e della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo dovrebbe portare la preziosa fonte energetica direttamente nel Vecchio Continente dall’Azerbaigian, dal Caucaso e dall’Iraq.

I Paesi che saranno attraversati dal gasdotto sono la Turchia, la Bulgaria, la Romania, l’Ungheria fino ad arrivare in Austria; l’opera, in futuro, si promette di attraversare anche il Mar Caspio con la Trans – Caspian pipeline per sfondare in Turkmenistan e chissà in Kazakistan, tutto per strappare ad est il monopolio del gas russo.

Altro schema di aggiramento è l’AGRI (Azerbaigian – Georgia – Romania Interconnector) che propone di collegare Tbilisi e Costanza passando per il Mar Nero. Non avrà la capacità del Nabucco e trasporterà con una tecnologia più economica un gas meno raffinato, ma tramite il porto di Costanza può sfruttare la rete già esistente tra Romania e Ungheria.

Due progetti rivali si contenderanno il collegamento con Nabucco nei pressi del Bosforo fino alla Puglia: La Trans – Adriatic Pipeline (TAP) via Grecia e Albania come mero vettore e la ITGI – Interconnector Turkey – Greece – Italy che assumerebbe più il carattere di un accordo commerciale tra questi tre paesi e dove la Turchia potrebbe mostrare i muscoli considerando il suo territorio come fulcro di snodo dei gasdotti.

Mappa dei rigassificatori e dei gasdotti che attraversano il Mediterraneo

La TAP è un’opera fondamentale per tutta l’Europa ed è un progetto che risale al 2003 e confermato da i governi Berlusconi, Prodi e Monti con la firma finale del Ministro dello sviluppo economico Corrado Passera nel febbraio del 2012. Bloccarlo era dall’inizio impossibile.

Una menzione speciale merita greenstream, il gasdotto che collega la Libia all’Italia. Lunga circa 520 km è la porta verso l’Europa del gas libico. Costituisce una delle cause dell’instabilità del paese dopo Gheddafi. Controllare l’estrazione senza la distribuzione è inutile come controllare la distribuzione senza l’estrazione pertanto la lotta è di conquistare entrambi.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.