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Geopolitica Europea

Europa Ipernuclearizzata

Proliferare o non proliferare? Questo dilemma avvolge l’Europa. Una panoramica dei numeri atomici di Eurania, la sotto creatura europea.

 

L’Europa è la regione del mondo con la più alta concentrazione di reattori nucleari. Il panorama è variopinto e convivono all’interno dello spazio economico europeo delle nazioni che hanno una differente concezione sul tema dell’energia derivante dalla fissione dell’atomo.

Nell’Europa cosiddetta geografica sono presenti paesi denuclearizzati che non hanno mai avuto e non pensano nemmeno di costruire centrali nel prossimo futuro come Portogallo, Irlanda, Norvegia, Danimarca, Lettonia, Estonia, Austria, Croazia, Bosnia, Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania, Moldavia e Grecia.

Troviamo nel Vecchio Continente anche Stati pronti a farne a meno. Nel giugno del 2011, all’indomani dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima il governo di Angela Merkel annunciava l’Energiewende (la svolta energetica) che dava esecuzione alla chiusura immediata di 8 dei 17 reattori tedeschi, e l’uscita progressiva dal nucleare entro il 2022.

In senso contrario vengono prese le decisioni dei paesi del Gruppo di Visegrad (V4), un consesso di paesi nato nel 1991 durante un vertice fra Ungheria, Polonia e l’allora Cecoslovacchia nella cittadella medioevale di Visegrad (Ungheria).

Questo forum intergovernativo concepito inizialmente come una struttura di mutuo sostegno per l’entrata nell’Unione Europea costituisce oggi un blocco Orientale dell’Atomo decisamente in controtendenza dopo Fukushima.

Spinti dall’ossessione dell’indipendenza energetica questi 4 paesi (nel frattempo la Cecoslovacchia si è divisa diventando Slovacchia e Repubblica Ceca) fanno della proliferazione nucleare un motivo di orgoglio nazionale per emanciparsi dal gas e dagli approvvigionamenti energetici russi.

Il caso polacco è esemplare. Mentre il vicino tedesco abbandonerà l’energia atomica nel 2022, la Polonia accenderà in quello stesso anno il suo primo reattore nucleare.

Un’altra differenza è racchiusa nella concezione di Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. Questi Stati vedono il nucleare a scopo civile come una realtà stabile, ma senza progettualità future di costruire nuovi reattori.

Ma i veri Atom States sono i primi tre paesi della speciale classifica (vedi tabella). Francia, Russia e Gran Bretagna messi insieme hanno il 50% dei reattori dell’Europa. Sono loro i Cavalieri delle Fissione e tra l’altro gli unici possessori europei della bomba atomica.

Brevemente, nell’Europa allargata alla Russia e alle sue ex – repubbliche sovietiche e alla Turchia sono presenti 326 reattori nucleari di cui 196 attivi, 89 spenti e 42 in costruzione. Numeri importanti dell’ipernuclearizzazione dell’Europa.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.