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Geopolitica Europea

Inviati speciali e Responsability to Protect. L’Europa alla finestra

?? Dal 2011, sono stati 13 gli inviati speciali delle Nazioni unite che hanno fallito in Medio oriente: 4 in Siria, 6 in Libia e 3 in Yemen. Nessuno è riuscito nell’impresa. Barbara Walter dell’Università della California analizzava nel 1997 cinquant’anni di conflitti. Trovò un 20% di guerre civili non pacificate, mentre il 55% delle guerre tra Stati sono giunte in qualche modo a una tregua e alla pace.
Molto spesso vengono menzionati gli accordi di Dayton sulla Bosnia come successo. In quel caso, l’America e la NATO non erano meri negoziatori; loro erano in grado di bombardare chiunque dei belligeranti.

Altri fallimenti sono succeduti come Afghanistan e Iraq, mentre quelli summenzionati all’inizio hanno avuto svariati sponsor bellici e nessun negoziatore è riuscito a tirare le fila del “bombardiere” più potente.

Verso la metà degli anni Novanta, mentre imperversavano le guerre balcaniche venne in mente ai legislatori internazionali di focalizzarsi sul termine “civile” piuttosto che su quello di “guerra”; ne derivò un possibile nuovo corso della dottrina incentrato su un concetto: la “Responsabilità di proteggere” le popolazioni non belligeranti che non avevano armi alla mano.

Furono scritte pile di fogli sulla Responsability to protect che divennero lettera morta nel nuovo millennio.

Continuiamo però ad affananarci con gli inviati speciali senza menzionare il seme del loro ruolo.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.