Categorie
Geopolitica Europea

Il nuovo Leader Laburista e il Socialismo di Guerra

Il nuovo leader del Labour Party dovrebbe tenere conto del “socialismo di guerra.”

Sir Keir Starmer, il portavoce dell’ala favorevole alla BREXIT quando il partito laburista era guidato da Jeremy Corbyn, è diventato la guida dei Laburisti britannici.

Sostenuto dalla sezioni locali e dai sindacati, Starmer c’è di nuovo che non è Jeremy Corbyn, il leader che ha portato alla catastrofica sconfitta del 12 dicembre, un risultato negativo netto che non si vedeva dal 1935.

Scrivo “sottovoce” che per molti paesi sarebbe stato comunque un grande successo, considerando che ha preso il 31%, ma questa è un’altra storia perchè l’isola oltre la Manica ha fatto sempre un cammino democraticamente diverso dal resto del continente.

Sir Keir prende in mano un Labour Party stanco di fallire nel tentativo di rimettere al centro la politica come l’arte del possibile. Un vantaggio che si prospetta davanti a lui è il nuovo ambiente politico britannico che sta svoltando convintamente a sinistra.

Un vento sostenuto anche oltremanica da Ulrike Herman anti – capitalista tedesco a pensatori come Piketty, che ha scritto tra l’altro il capitale del XXI secolo.

Le politiche proposte per i cittadini contro il Coronavirus sono da manuale di Stato sociale: la radicale redistribuzione della ricchezza, un green new deal e la visione evangelica del reddito universale.

L’economia Keynesiana tornata ampiamente di moda con le sue combinzioni di intervento dello Stato per nazionalizzare le imprese in difficoltà e per aumentare la domanda interna sostenendo i lavoratori temporaneamente non occupati, sono la spina dorsale del nuovo spin-off.

Tutto questo sentimento però non si incunea in una rivoluzione, ma nell’ottica di un ritorno alla normalità come dopo la prima guerra mondiale o durante l’influenza di spagnola nel 1920. Ciononostante è una combinazione al momento ammirabile nel panorama leftward.

Keir Starmer si trova davanti al più difficile ruolo politico del mondo “essere all’opposizione durante una crisi nazionale”.

Boris Johnson ha sicuramente il vento in poppa con il 72% di gradimento tra i “sudditi” di Sua Maestà ma il “socialismo di guerra” potrebbe rovesciare la clessidra.

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.