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Geopolitica Europea

Dollaro. Dominante e Pericoloso

Una faglia si è aperta tra l’influenza economica americana e i suoi muscoli finanziari dovuti al Dollaro. La distanza del vuoto coincide con la pericolosità di un’eventuale crisi che porterebbe il Pianeta nell’oblio economico dalle conseguenze indecifrabili.

La banconota più conosciuta sul Pianeta Terra è il Dollaro. Chi di noi non ha mai sognato di essere Zio Paperone che sguazzava nella sua piscina di dollari.

Il biglietto Verde è il simbolo del potere americano, ma quando la supremazia economica a stelle e strisce sbiadisce, la superiorità del Dollaro sembra essere insostenibile.

Se l’egemone è buono per tutti, sicuramente conferisce stabilità sul sistema che domina. Per 70 anni, il Dollaro è stato il superpotere del sistema finanziario e monetario del globo. Malgrado qualcuno parlasse dell’ascesa dello Yuan (la moneta cinese) il primato del dollaro è indiscusso. Questo significa che nei pagamenti, nelle riserve di valuta e nelle riserve patrimoniali, nulla lo può toccare.

Eppure, il ruolo del dollaro ha delle fondamenta friabili e il sistema che sostiene è instabile. Il peggio di questa situazione è la presenza di sole alternative difettose.

Una transizione verso un ordine più sicuro sarà diabolicamente difficile. Per decenni, la forza economica dell’America legittimava la pretesa del Dollaro di regnare in maniera assoluta. Purtroppo, una faglia si è aperta tra l’influenza economica americana e i suoi muscoli finanziari.

Gli Stati Uniti contano per il 23% del PIL del Pianeta e per il 12% del commercio. Tuttavia, dispongono del 60% della produzione del mondo distendendosi de facto in un’area del dollaro nella quale le valute nazionali sono ancorate al biglietto Verde o si muovono in simpatia con esso. Le decisioni della Federal Reserve, la banca centrale USA, influiscono su 9 mila miliardi di dollari di debiti e depositi intorno al globo.

Gli indicatori economici però ragguagliano la pericolosità dell’essere dipendente al Dollaro. La quota di mercato delle aziende americane nel mondo è scesa dal 39% del 1994 al 24% di oggi. Le esportazioni americane, che rappresentavano il 16% del totale mondiale a metà degli anni Novanta sono attualmente al 13%. Gli Stati Uniti sono il primo esportatore per “solo” 32 paesi contro i 44 del 1994. Nello stesso periodo la Cina è passata da 2 a 43.

Il declino economico americano è preoccupante misurandolo alla grandezza dell’influenza del Dollaro che non è mai stata così forte. Dal 2007 ad oggi il “mondo estero” del Dollaro ovvero tutte le transazioni commerciali e finanziari espresse in dollari fuori dagli Stati Uniti, sono duplicate. Nel 2020 si stima che lo stesso sarà più grande dell’industria bancaria statunitense.

La crisi del 2007 – 2008 è stata gestita con riluttanza, ma con ampi spazi di manovra dalla Banca Centrale Americana. Se avvenisse nel 2020 un evento simile,  porterebbe alla caduta del Pianeta nell’oblio economico dalle conseguenze indecifrabili.

E’ più facile che fra 5 anni, o quanti saranno dalla prossima crisi, qualcuno riesca a trovare un nuovo mondo o qualche alieno in grado di salvarci piuttosto che trovare una valuta alternativa.

Articolo del 2015 ripreso da geopolitiqui.org

Di Gianluca Pocceschi

scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado.
Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it
Frontiere senza nazioni è il suo esordio letterario.